Cibo ed estetica, nel senso più arcaico del termine, come “sensazione”, “percezione attraverso l’intercessione del senso”.

In questo ristorante, nel centro storico di parma e da poco rinnovato, il concept è basato sul rapporto tra il cibo, la sua presentazione e la loro capacità di stimolare, negli ospiti, i sensi del gusto e della vista.

L’intento è anche quello di far percepire un chiaro rapporto anche con lo spazio, sia interno che esterno, nel quale ci si pone per provare a vivere questa esperienza sensitiva ritrovandosi in un luogo e in un’ambiente che ne costituiscano il punto di mediazione.

Le superfici e gli spessori delle murature declinano il carattere dell’antico stabile che lo contiene. I soffitti in parte lignei e in parte con volte in mattoni vengono naturalizzati con sbiancature a calce e le pareti intonacate con argille chiare a finitura grezza; il pavimento in legno è rinnovato con tinture ad olio. L’illuminazione di supporto è creata con quasi a parete, arco led sotto il profilo dei divanetti sospesi e 13×8 a contorno delle finestre e nella vetrina refrigerata contenuta nel banco rivestito con lastre di vetro satinato grigio.

Opere di vari artisti, fra cui fabio iemmi autore di due interventi realizzati direttamente sul paramento murario, sottolineano la necessità di voler considerare l’estetica un teorema irrinunciabile insinuando altre possibili sue “contaminazioni”.

Un contesto di fondo morbido e distensivo quale supporto indiscreto ai clou che si accendono quando va in scena la rappresentazione enogastronomica.

Parte della cucina è trasposta a vista sulla sala, separata da una vetrata trasparente e dove sul piano, illuminato da una tubino e displei incasso dn 35 orientabile, avviene la preparazione dei cibi a crudo.

Il fondale del retrobanco, a due campi di colore, enuncia il confronto vivissimo tra la luminescenza dei vini esposti su men sole e l’assorbente nero del marmo sul quale spicca l’abile e candido operare dello chef.

Il colore bruno dei legni dei tavoli e delle sedute pone in risalto il bianco delle porcellane e le trasparenze dei cristalli illuminati direttamente da n55 a sospensione dimmerati. I differenti accessori e vetri applicati ai propulsori, così efficienti nella loro funzione illuminotecnica, si differenziano a seconda dei diversi ambiti della sala.

Questa prospetta, con vetrate apribili per intero nel periodo estivo, in affaccio sulla piazzetta esterna dove è stata collocata una piattaforma realizzata con un assito ligneo e appena rialzata rispetto alla pavimentazione in pietra della piazza. Intervento che ha permesso di recuperare questo prezioso spazio urbano, liberandolo dall’occupazione di automobili perennemente in sosta, e riconvertirlo alla frequentazione e all’incontro fra le persone.

Una nuova superficie quindi in continuità con le sale interne che costituisce l’estensione sullo spazio aperto e dove è possibile arricchire l’esperienza sensitiva e percettiva ritrovandosi seduti a tavoli illuminati da ombrella e contornati da ritrovati scenari definiti dalle facciate degli affascinanti palazzi storici del contesto.